mercoledì 28 agosto 2013

ALKEKENGI



Questa è una pianta che cresce comunemente dappertutto ma non si trova in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia e probabilmente non cresce nemmeno in Valle D'Aosta. Non tutti sanno che...i frutti possono essere utilizzati al naturale, nelle macedonie o per la preparazione di  confetture, succhi, gelatine. Possono essere anche conservati sotto aceto o sotto alcool o secchi. In pasticceria si usano ricoperti di cioccolata e sono buonissimi!!! Ho comprato tempo fa un vasetto di marmellata e ho fatto i biscotti "occhio di bue" quelli rotondi con la marmellata al centro! e mi ricordo che era davvero buona: Il costo è un po' alto, ma per un prodotto non molto comune a volte ne vale la pena! Vendevano anche delle scatoline con alkekengi rivestiti di cioccolata tipo bon bon. Trovare questa pianta non è difficile, ma visto che i frutti sono tossici se acerbi bisogna a spettare che maturino e questo è il periodo giusto, agosto. E' facile da riconoscere per l'involucro in cui è contenuto il frutto. Bisogna togliere la parte esterna per gustare il frutto. Comunque se vi capita di trovare qualche prodotto confezionato con questi frutti assaggiatelo perchè il sapore particolare è molto interessante!
Si vendono anche le bustine con i semi da seminare, il procedimento è un po' difficoltoso...bisogna mettere i semi in un posto a temperatura costante al caldo e con la terra umida ma ben drenata senza ristagni di acqua. Una volta nate le piantine bisogna travasarle nel periodo di marzo aprile in un terreno posto in un luogo poco soleggiato. I frutti probabilmente non nasceranno subito, ma già dal secondo anno si potranno raccogliere. Insomma magari conviene provare se nojn volete andare nei boschi a cercarli!

LA PIANTA
Il nome scientifico di questa pianta è physalis alkekengi L. ed appartiene alla famiglia delle solanaceae, comunemente anche chiamata erba canina. E' una pianta perenne alta intorno al mezzo metro poco ramificata. I fiori sono a forma di campanula di colore bianco o tendente al verde. Il frutto invece è costituito da una bacca rossa di circa 2 cm rinchiusa in un calice che crescendo può arrivare a misurare fino a 5 cm. Se lo toccate sembra rivestito di carta e passa dal verde al rosso quando raggiunge la maturazione nel mese di agosto. E' di sapore acidulo, simile a quello del pomodoro maturo, ma molto gustoso. E' una pianta che cresce spontanea nell'Europa centro-meridionale, in Medio Oriente e in Asia e di solito la troviamo nel sottobosco fino a mille metri di quota.

CURIOSITA'
Il nome physalis sembra che derivi dal greco e vuol dire gonfio, pieno di aria, vescica, riferito al calice del fiore che avvolge il frutto con una specie di camera d'aria. Questa pianta è conosciuta con ben 58 nomi dialettali diversi tra cui erba canina.
Le foglie, i frutti acerbi ed il rizoma contengono alcaloide solanina che è tossico se ingerito.
Le foglie ed i peduncoli sono stati utilizzati come febbrifughi e tonici in caso di anemia. Le foglie fresche, ridotte in poltiglia sono usate per le infiammazioni della pelle. I frutti giunti a maturazione contengono il doppio della vitamina C contenuta nei limoni e come i limoni sono indicati in caso di diarrea in quanto contengono tannini.
In omeopatia i frutti sono usati per la cura delle malattie della vescica e delle vie urinarie, nelle artriti e anche in caso di ittero. Inoltre questi frutti sono anche diuretici e aiutano nell'eliminazione degli acidi urici responsabili della gotta.
Una caratteristica di questa pianta è che la stessa pianta può portare frutti sia di sapore dolce che amaro.

Nessun commento:

Posta un commento